Cari amici,
dopo il fantastico fine settimana dell’Arc, dove tutto si è svolto in maniera perfetta grazie anche a un sistema che funziona come un orologio, diventa difficile ritornare alla routine nostrana, ma trovo che, seppur operando oggi su livelli differenti, ci siano delle caratteristiche che potremmo tranquillamente mutuare dal sistema transalpino.
La prima è la puntualità nelle partenze. Lo so che è un problema nemmeno paragonabile ad altre ben più gravi mancanze, ma rimane una questione semplice che si potrebbe risolvere se solo lo si volesse.
In Francia, ma pure nel resto del mondo, le corse partono in orario o con al massimo 2/3 minuti di ritardo. Perché avviene questo? Semplice perché il sistema sa che esiste un palinsesto studiato per far rendere al meglio il prodotto, sia per la scommessa sia per lo spettatore e quindi ritardare vuol dire creare problemi a tutto il sistema che non può rendere al meglio.
Perché, invece, qui da noi la regola sono le decine di minuti di ritardo? Perché non si riesce a dare almeno un segnale semplice di cambiamento come questo. Sembra un fattore secondario, ma in verità la serietà si misura anche da questo, dalla puntualità. Iniziamo con il multare gli ippodromi che partono in ritardo di oltre 3 minuti rispetto all’orario previsto, senza che abbiano ragioni valide per il ritardo. Tra una corsa e l’altra abbiamo di regola 30 minuti (mica poco), è davvero così impossibile far rispettare l’orario? Non lo credo, anzi prima si inizia e prima tutti gli attori si regoleranno di conseguenza. La credibilità nasce dalle piccole cose.
La seconda questione è l’attenzione al Proprietario.
Ovviamente non ci si può attendere una ospitalità stile Arc per tutti i convegni o in tutti gli ippodromi italiani, ma ritengo che si possa fare di più. In verità alcuni nostri ippodromi hanno già migliorato molto la loro hospitality e infatti sono tra quelli con più successo di pubblico, ma alcuni invece sono ancora rimasti molto indietro. In un periodo dove ogni divertimento deve essere un’esperienza unica, non possiamo pensare che un Proprietario possa accontentarsi di vedere il proprio cavallo correre senza avere alcun comfort. Ovviamente questo cambio di mentalità si traduce in investimenti da parte degli ippodromi, ma penso che avere Proprietari soddisfatti e felici sia un plus per gli stessi ippodromi nel lungo termine.
Infine, la questione immagini. Domenica nell’Arc abbiamo assistito a un tripudio di immagini in alta definizione e altri effetti di altissimo livello. Anche qui, non si chiede questo livello tecnologico, ma nemmeno è accettabile nel 2021 avere immagini sgranate che risultavano vecchie già a inizio millennio.
Vogliamo giustamente uscire dalla nicchia dei super appassionati e aprirci al mondo e pensiamo di veicolare il nostro prodotto con immagini simili? Ovvio che ci voglia un upgrade rilevante.
Alla fine questi tre aspetti sembrano slegati tra loro, ma rimandano sempre a un concetto base comune, la serietà del sistema, una linea guida per l’ippica del futuro.
Appuntamento alla prossima newsletter.
Antonio Viani
– Presidente Unione Proprietari Galoppo –